giovedì, marzo 22, 2007

I Figli del deserto


Chi non ha visto questo film, non può capire il significato di questo post. Il mio consiglio è quello di colmare questa Vs significativa lacuna. Dovete vederlo!

Mi ricordano quando mia madre mi imboccava di fronte alla Tv e mi bloccava facendomi vedere le comiche in bianco e nero. Se son venuto sù così è per colpa sua!! Da lì mi è rimasta quella passione per i vecchi film e soprattutto per le commedie americane. Questa è sicuramente una delle migliori.

Lo svolgimento dei film di Stanlio & Olio, non cambia di molto; sono tutte le vicissitudini attorno a renderle uniche. Ci sono due mogli feroci, due mariti sprovveduti e circostanze paradossali che puntualmente si verificano. Il finale è sempre lo stesso: il povero Olio ne esce a pezzi.
Da Wikipedia:
Per potersi recare a Chicago al congresso dei "Figli del Deserto", l’associazione di cui fanno parte, Stanlio e Ollio ingannano le mogli – Mrs Hardy è un'impeccabile e temibile Mae Busch. È il film a tema "familiare" più conosciuto della Coppia e forse quello più rappresentativo della loro cosiddetta "misoginia": l'imperscrutabile mondo femminile è visto come ostacolo da aggirare in quanto limitativo della loro poetica e infantile anarchia. Nel 1965, ispirata al film e col benestare di Stan Laurel, è nata l’associazione internazionale Sons of the Desert, che raccoglie gli estimatori di Laurel & Hardy nel mondo, conserva e promuove la memoria della vita e dell’opera di Stan Laurel e Oliver Hardy.
In italia esistono tre tende dei figli del deserto; la prima, storica, residente a Modena, fondata da Tiziano Medici, Oasi 165, la seconda, nata a Vercelli e la terza, di Prato, fondata da Alessandro Santi, Oasi 258.
Incredibile...cosa si fà per scappare alle proprie mogli!
La scena più divertente è sicuramente quella del ritorno a casa dei due, ignari di ciò che li attende, caratterizzata dalla performance di Olio, banjo in mano che si diletta in questo pezzo (io lo canto sempre ad Ale quando faccio qualche minchiata che, puntualmente viene scoperta!):


"Honolulu Baby"
By T. Marvin Hatley

While down on a South Sea island,Underneath the beauty of the stars,
I strayed upon some maidens,
Who were strumming on their guitars.
A hula maid was dancing,And she knew I'd found my paradise.
So this is what I told her,
As I gazed into her eyes:
Honolulu baby, where'd you get those eyes?
And that dark complexion, I just idolize?
Honolulu baby, where'd you get that style?
And the pretty red lips, and that sunny smile?
When you start to dance, your hula hips entrance,
When you shake it up and down.
You shake a little here, you shake a little there,
Well you got the boys going to town.
Honolulu baby, sure know your stuff.
Honolulu baby, gonna call your bluff.

Ps.-http://www.wayoutwest.org/sodfeature/music.html

Saluts
Superfly

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