domenica, dicembre 30, 2007

Salve a tutti gente e Buon anno !




Salve a tutti gente,




sono Little Buddha, il piccolo di famiglia ad intrattenervi oggi. Vi scrivo per annunciarvi un evento di estrema importanza: "Ho colto l'occasione delle festività natalizie per far vedere ai miei vecchi che sono in grado di camminare da solo!"






Giuro!! Tutto Vero!! Mi sono finalmente staccato dalla mano di quel rinco - imbranato di mio papà Superfly per camminare da solo. Dovevate vedere che faccia stupita aveva!






Detto tra noi era anche ora! Vi dirò mi sento più tranquillo così, tant'è che l'altro giorno mi son fatto prendere la mano ed ho iniziato a correre (d'altronde se ci riesce il vecchio, non vedo perchè non dovrei farcela io che son un giovine-giovine), ma la poca dimestichezza con le mie gambe e queste cacchio di scarpe troppo piccole, (ma perchè le fanno così piccole?? Le avessi grandi come quel tipo là, come si chiama, sì il Pippo! Be sarei certamente più stabile), mi hanno fatto perdere l'equilibrio e sono andato a planare con la fronte proprio contro lo stipite della porta, porcacciazozza!





Consiglio spassionato a neo genitori imbranati: controllate come sono gli stipiti delle porte di casa vostra, i miei fortunatamente sono arrotondati e ho almeno evitato di spaccarmi la fronte!



In compenso mi è cresciuto un promontorio sulla mia fronte, che i vecchi chiamano comunemente "bernoccolo".





La foto, già vecchia di qualche giorno, evidenzia una bella mora, il bernoccolo non c'è più ed il papà Superfly, mi ha ribattezzato per l'occasione "Il piccolo Gorbaciov". Mi chiama per casa: "Goooorby, piccolo compagno comunistaaaa" sghignazzando e alludendo alla mora in fronte che, secondo lui assomiglierebbe a quella del compagno russo! Al che gli ho mandato una delle mie maledizioni peggiori, smuovendo tutte le mie conoscenze che ho in cielo e....non ci crederete: L'ho cresimato!






Ora il Superfly è in casa, dolorante ad una gamba! :D Pare abbia un'infiammazione ad un tendine che non gli permette di andare a correre e impreca a destra e sinistra ed io.....sghignazzo e son felice che mi è sempre attorno e posso requisirlo per tutti i giochi in casa! :ih ih





Ora devo andare, vado a vedere cosa sta combinando quel vecio incosciente del mio papà, ne approfitto per farvi i più grandi e felici auguri di fine anno.






Ps- mi togliete una curiosità?? Son piccolo e non ho molta conoscenza su diversi argomenti: quando si dice "Buon anno" ci si riferisce al nuovo che sta arrivando vero?? Non a quello che si è concluso! Non avrebbe senso, tanto già è bello che finito, passato, chiuso, Kaput! Per cui si augura che il buono sia quello che deve ancora venire, a meno che l'augurio non venga rivolto ad un giovane single che debba festeggiare il capodanno ed abbia sotto mano qualche pollastrella o qualche pollo da spennare e allora, in tal caso, ben venga l'augurio: "Buon fine anno giovane e...fanne buon uso di quello che è rimasto!" :D


Salute Gente
Little Buddha



domenica, dicembre 16, 2007

Happy Christmas People!





Domenica scorsa ero dai suoceri per il consueto lauto pranzo domenicale. La suocera si sa, assolve l’arduo compito di dover fare ingrassare i propri generi, (i c.d. figli acquisiti), rei di essere sempre troppo magri e "snutriti". La mia di suocera ci riesce benissimo a mettermi all'ingrasso, frutto di anni di ricette e abilità culinarie tramandate di generazione in generazione (peccato che si siano fermate poi con quella della mia consorte).
Oddio, ad essere pignoli c'è da dire che, come al solito, abbiamo discusso sulla sua mania di metter aglio dappertutto. Io sono intollerante a quell’alimento, la sola pronuncia mi da il voltastomaco e tutte le volte è una lotta tra me e Lazy Girl’s mother, che afferma di non averlo messo.
Immancabilmente eccolo comparire sul mio piatto, bianco, puzzolente, nel mezzo di qualche pietanza. Difficile dire se sia io ad esser sfigato e pigliarmelo sempre sul mio piatto o lei a fingere di non averlo messo per poi essere smascherata meglio che la CSI di N.Y., dal sottoscritto.
La finale è sempre la stessa, lei allarga le braccia e pronuncia la solita frase: “Eh ma senza non sa de niente!” e alla fine vince lei.

Dopo il pranzo io e il cognato (malcapitato che come me si è accoppiato con altra rappresentante femminile della Lazy’ s Family), cerchiamo di raggiungere, con difficoltà il divano della sala piazzato dinanzi alla Tv, sintonizzata sui peggiori programmi di intrattenimento che avete mai pensato di guardare, ma molto funzionali all’obiettivo prefissato: sprofondare nel classico pisolino post mega pranzo.

Purtroppo per me e per la felicità del cognato, mi aspettano i due amorevoli nipotini, Terribile George & Lovely Chiara. Dico purtroppo perché per loro la fine del pranzo apre il momento dei giochi che devono vedermi protagonista, per cui…addio sonnellino. I giochi richiesti sono in genere i seguenti:

1) Io sono il mostro, George è il principe azzurro e Chiara è la principessa. Il mostro prende un sacco di mazzate.

2) Chiara è Aurora una delle fatine delle Winx, George è Superman ed io sono il mostro. Il mostro prende un sacco di mazzate.

3) Costruzioni di case molto futuristiche che vengono subito distrutte da George.

4) Racconto di una favola….ooh e qua almeno mi salvo dalle mazzate.


Bene, direte voi, scegli la favoletta! Eeeeeeh si vi pare semplice! Dovete sapere che le nuove generazioni crescono dinanzi alla Tv. Le favole le conoscono tutte e vogliono sapere storie nuove, più belle, originali.
micacapperi!
E qua bisogna far funzionare la testa, usare la fantasia! Non vi venisse mai in mente di aggiornare o modificare una vecchia favola, verreste subito interrotti!

“Zio no, questa me l’hai già raccontata la volta scorsa, un’altra, deve essere nuova!”

Limortè!

In un momento di sconforto e di scarsa inventiva ho pensato di ricorrere a delle droghe per stimolare la mia fantasia, così mi son fatto passare dalla suocera l’aglio scartato dal mio piatto e me lo sono infilato su per una narice. I suoi fumi hanno fatto partire il mio cervello che ha creato questo prodotto alquanto bizzarro e a dire il vero un po’ sinistro…

“C’era una volta (le favole iniziano sempre così cosa volete??) un bimbo un po’ birichino che si chiamava Totino, il cui soprannome era “tappo di spumante".
Un bimbo alto quanto un tappo di bottiglia e tanto irrequieto e scatenato quanto una bottiglia di spumante agitata ininterrottamente per circa ½ ora.
Un moretto, riccio, eternamente incazzato con il mondo. Ora ce l’aveva con la sorella per non averle presentato le sue amichette, ora con il suo fratello maggiore per non averlo portato a fare bisboccia con i suoi amici (e le amiche..), ora con i suoi amici per averlo buttato fuori dalla partita di calcetto per aver fatto l’ennesima entrata a piedi uniti in tackle scivolato sull’avversario; nell’occasione si scusava ogni volta dicendo che era il ruolo che richiedeva ciò: il suo ruolo preferito era quello di mediano alla “Stilicke”…

Come ogni volta se ne andava borbottando, incattivito e aprendo la bocca per dire una serie interminabile di insulti e parolacce irripetibili, tant’è che le persone che lo incontravano si tappavano le orecchie per non sentirlo, le donne inorridivano nel sentire quelle parole e quelle che lo riconoscevano andavano a raccontarlo alla sua mamma che lo aspettava a casa per cazziarlo per l’ennesima volta.
Questo alimentava ancor più il suo rancore e la sua dose di parolacce insulti e borbotti detti tra i denti.

Un giorno, dopo l’ennesima arrabbiatura si ritrovò a passeggiare solo con gli occhi bassi a terra, tirando calci a tutti i sassi, barattoli e ogni cosa che incontrava sul suo cammino.
Non si rese conto di essersi allontanato tanto da casa al punto di non sapere più dove si trovava e di come poter tornare indietro.
Si trovava in un bosco ricco di fiori bellissimi, di alberi verdi altissimi, che non gli permettevano di vedere l’orizzonte e di poter capire quale fosse la strada giusta.

Cominciò a preoccuparsi tanto che riprese con la sua serie di insulti e parolacce, quand’ecco che da dietro un pino saltò fuori un elfo!!
Un piccolo essere buffo vestito di verde che gli chiese cosa avesse.
Ovviamente Totino rispose male a quello che secondo lui era un nano demente vestito come un leghista a festa, a cui rivolse tutte le parolacce del mondo come rappresentante italiano del sud.

L’elfo gli ricordò la vicinanza con il Natale e che se mai avesse continuato a comportarsi così, probabilmente Babbo Natale gli avrebbe scaricato un badile di sterco addosso, oltre una mezza tonnellata di cenere & carbone.

Di tutta risposta Totino coniò l’insulto più oltraggioso, volgare e pesante che si fosse mai sentito, tant’è che anche l’elfo dovette mettersi le mani alle orecchie per non sentire quelle parole irripetibili.
Decise così di punire quel bimbo incorreggibile in maniera esemplare: puntò l'inbdice della sua mano sinistra verso Totino e facendolo ruotare, trasformò anche lui in un elfo!!
Gli disse infine: “Per tutti i Natale che verranno, mentre gli altri bimbi buoni aspetteranno i regali del Babbo Natale, tu dovrai faticare per averli! Sarai il suo aiutante!!

In un altro luogo dello stesso paese c’era una bimba mora dagli occhi decisamente furbi. La bimba si chiamava Alexandra ed era tanto graziosa quanto antipatica e dispettosa.
Pretendeva sempre di avere lei la ragione ed anche quando chiedeva un consiglio o un suggerimento alle sue amiche aveva già la risposta giusta: la sua!
Non c’era verso, chiedeva ma aveva già la soluzione, facendo indispettire tutti: la mamma, la sorella, le amichette. Era per questo motivo che le avevano affibbiato come soprannome “Testa a cugna” ossia il materiale più duro che il Signore si fosse mai sognato di creare.
Non c’era verso di discutere con lei, aveva sempre la ragione. Si poteva parlare per ore, ma lei era bravissima a girare la frittata per il suo verso, grande istigatrice e allora anche il suo amichetto più mansueto finiva per perdere la ragione e ritrovarsi ad urlare verso di lei pssando dalla ragione al torto.

Un giorno riuscì a fare arrabbiare tutti: la mamma, la sorella e le amiche, tant’è che in una discussione si ritrovò sola nel parco in cui stava giocando e cominciò a camminare e camminare per poter tornare a casa ma si accorse di aver sbagliato strada e di non sapere come riprendere quella giusta.
Si trovava in un bosco ricco di enoooorrrrrrmi alberi verdi, alti alti alti, che non gli permettevano di vedere l’orizzonte e di poter capire quale fosse la strada, quand’ecco che da dietro un pino saltò fuori un elfo che le chiese cosa avesse. La bimba rispose con il suo modo di fare tipicamente saccente: “Io, niente, stavo facendo una bellissima passeggiata”

Elfo: “Non sarà che ti sei persa perché per l’ennesima volta hai fatto arrabbiare le tua amiche che ti hanno lasciata sola??”

Bimba: “Io, no! Tu piuttosto piccolo che te ne vai tutto da solo vestito in maniera così ridicola, ma ti ha visto la tua mamma quando sei uscito di casa che sembri la versione di Peter Pan ristretto dopo un lavaggio dentro una lavatrice??”

A queste parole l’elfo capì che neanche per questa bimba c’erano tante speranze e così decise di punire anche come quel bimbo incorreggibile incontrato poco prima: puntò il suo indice verso Alexandra e facendolo ruotare, trasformò anche lei in un elfo!! Le disse: “Per tutti i Natale che verranno, mentre gli altri bimbi buoni aspetteranno i regali del Babbo Natale, tu dovrai faticare per averli! Sarai la sua aiutante!!

In una piccola casa infrattata nel mezzo dell’Italia viveva una giovane e alquanto sfigata famigliola che aveva avuto un bimbo tanto adorabile quanto vivace. Il bimbo si chiamava Ricardo Cruz, un biondo-rosso con due occhi azzurri come il cielo, bravissimo a giocare a pallone ed antimilanista. Era ancora molto piccolo, ma in compenso capiva già benissimo quello che poteva e quello che invece non si doveva fare, ciò che era lecito, da quello che non lo era affatto e se ne fregava altamente dei richiami dei suoi genitori facendoli letteralmente impazzire.

In pochi secondi in cui non lo si guardava si metteva subito in azione e ora tirava la tovaglia della tavola portandosi dietro tutto quello che c’era sopra, per poi arrampicarsi sulla seggiola della scrivania dello studio del papà dove distruggeva tutto quello che trovava: penne e pennarelli, fogli, documenti, oggetti, poi usciva in giardino ed iniziava a tirare giù tutti i panni puliti stesi ad asciugare da parte della mamma e a sghignazzare di gusto.
Quel giorno però, in giardino ebbe una sorpresa; da dietro l’albero di ulivo saltò fuori un elfo!
Il bimbo dapprima rimase sorpreso, poi lo prese come un nuovo gioco, lo afferrò per una caviglia e lo lanciò via, poi afferrò un paio di mutande del papà stese ad asciugare e con due mollette fece una specie di fionda e prese a mirarlo con ogni oggetto che raccoglieva da terra.
L’elfo capì anche in questo caso che non c’erano molte speranze di riportare il bimbo sulla retta via e così decise di punire anche lui come gli altri due: puntò il suo indice verso Ricardo e facendolo ruotare, trasformò anche lui in un elfo!!
Disse anche a lui: “Per tutti i Natale che verranno, mentre gli altri bimbi buoni aspetteranno i regali del Babbo Natale, tu dovrai faticare per averli! Sarai il suo aiutante!!

Così fu in effetti! Tutti i giorni di Natale se vi capita di rimanere svegli, speranzosi di vedere e fare la conoscenza del noto Babbo Natale, potreste invece imbattervi su tre dispettosi ed antipatici elfi!

Non ci credete?? Ecco la prova video di chi ha avuto la sventura di incontrarli! Buona visione e…..


http://www.elfyourself.com/?id=1329075129




Buon Natale dalla
Superfly’s Family

martedì, dicembre 04, 2007

Mission aziendal-familiare!








Ho un dilemma, un dubbio che mi tormenta, chiedo aiuto a Voi ipotetici lettori, aiutatemi se potete a risolvere il seguente quesito:


"Ha una logica lavorare e faticare tutto quanto il santo giorno e perdersi tutte le belle cose che si potrebbero fare nell'arco della giornata??"



Non è forse meglio oziare talvolta?? Rimandare impegni, appuntamenti, riunioni, e godersi un attimo di più la vita??




Termini come "brainstorming!" "business mentoring" "Working Progress!" "mission" "outsorcing" "outplacement" "staff leasing" ci sono entrati nel DNA e, scusate la volgarità, ci hanno anche riempito un attimo le balle!




In azienda dirigenti non riescono più a parlare un linguaggio comprensibile e ad un italiano molto maccheronico-dialettico, ecco aggiungersi vocaboli come questi. Il gruppo di lavoro segue le riunioni con aria interrogativa, per tentare di comprendere almeno la metà del discorso tenuto dal proprio superiore. Il problema è che neanche lui sa che cacchio ha voluto dire (in quanto spesso non conosce la lingua inglese, come gran parte della popolazione locale).







L'altro giorno son tornato a casa e all'abbraccio dell'amorevole consorte s'è sviluppata la seguente conversazione:




Ale: "Ciao amore, senti ci sarebbero delle necessità da risolvere. Dobbiamo andare a trovare mia cugina che ha avuto un bambino già diverso tempo fà, poi ci sarebbe anche il tuo collega e tuo cugino! Dobbiamo comperare dei pensieri per tutti e poi quando andiamo a trovarli??"



A quel punto mi sono calato nei panni del Manager d'azione....




Io: "Humn...quì occorre una business mentoring!




Ale: "Eèèh??"



Io: "Puppaaa! No, intendevo dire che dobbiamo fare subito io, te e Little un brainstorming, prepara al PC la lettera aziendale della riunione dove stabiliamo anche la mission aziendale! Ne faccia tre copie, ovvero ognuna per i componenti del team familiare!"




Ale: "Ti senti bene??"




Io: "No, sono preoccupato, ho paura che siamo in overcapacity e poi dove andiamo, eh! cosa facciamo dopo eh!"




Aristotele, già ai suoi tempi sosteneva: "lavoriamo per poter oziare", ossia per poterci dedicare liberamente a quelle occupazioni che ci piacciono e richiedono la liberazione e lo sviluppo del nostro stesso spirito.


Si ma.... se per poter oziare oggi, devo almeno lavorare 9 ore giornaliere, quando cacchio inizio ad oziare io?? :(



Senza considerare un aspetto di non poco conto: oggi si lavora per poter togliere i debiti dalle spalle della prole. Una volta era per poter mettere due lire da parte, ma...se avete attivato un bel mutuo per l'acquisto di una casa che sia vostra, o avete acquistato bond argentini, oppure obbligazioni del gruppo Parmalat, probabilmente non avete più un solo euro da parte e considerando lo stato previdenziale italiano, bè siete nella cacca, l'ozio è l'ultima cosa che vi viene in mente di fare.





Sosteneva ai tempi l'esimio poeta Dino Campana: "Il lavoro nobilita l'uomo, ma quando il lavoro diventa lavoro & lavoro & lavoro, l'uomo viene schiacciato. E non sempre dal bisogno, ma spesso dall'avidità, dall'invidia, dal desiderio, da finte necessità che ci fanno trascurare i doni più belli che gratuitamente ci circondano"...



E allora ben venga quel monumento dalle mie parti che richiama la frase del buon Campana: "Lavorare, lavorare, lavorare, preferisco il rumore del mare!"


Ho preso una decisione! Da oggi lavorerò con estrema lentezza!

Mi chiameranno l'uomo moviola! Il primo essere umano che si muove al rallenty!



Ma soprattutto, comincerò a dar giusto valore alle cose, come diceva il buon Marlon Brando in "Il padrino", priorità alla "famiiija!"




Tra i termini anglossassoni che ho scoperto ultimamente, ce n'è uno solo che ho apprezzato: il "downshifting". Sapete cosa significa?? No?? ve lo dico io:




"Rallentare, scalare la marcia, rinunciare volontariamente a una parte di reddito in cambio di tempo per stare con se stessi, i figli, il partner, gli amici."




Negli Stati Uniti sta diventando la parola d'ordine. Viene menzionato addirittura su Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Semplicit%C3%A0_volontaria), termine sorto addirittura nel lontano 1994 e a distanza di una dozzina di anni è stato acquisito dal New Oxford Dictionary che ne ha fissato il valore lessicale individuandone il significato nel (libero) scambio di una carriera economicamente soddisfacente ma evidentemente stressante, con uno stile di vita meno faticoso e meno retribuito ma più gratificante....




Consiglio odierno rivolto ad ipotetici lettori: Pensate più a voi stessi, alle persone che vi vogliono bene e in culo a tutto il resto. Io?? Vado a buttare il mio sasso nello stagno della fretta.




Saluts
Superfly