Un bimbo alto quanto un tappo di bottiglia e tanto irrequieto e scatenato quanto una bottiglia di spumante agitata ininterrottamente per circa ½ ora.
Un moretto, riccio, eternamente incazzato con il mondo. Ora ce l’aveva con la sorella per non averle presentato le sue amichette, ora con il suo fratello maggiore per non averlo portato a fare bisboccia con i suoi amici (e le amiche..), ora con i suoi amici per averlo buttato fuori dalla partita di calcetto per aver fatto l’ennesima entrata a piedi uniti in tackle scivolato sull’avversario; nell’occasione si scusava ogni volta dicendo che era il ruolo che richiedeva ciò: il suo ruolo preferito era quello di mediano alla “Stilicke”…
Come ogni volta se ne andava borbottando, incattivito e aprendo la bocca per dire una serie interminabile di insulti e parolacce irripetibili, tant’è che le persone che lo incontravano si tappavano le orecchie per non sentirlo, le donne inorridivano nel sentire quelle parole e quelle che lo riconoscevano andavano a raccontarlo alla sua mamma che lo aspettava a casa per cazziarlo per l’ennesima volta.
Questo alimentava ancor più il suo rancore e la sua dose di parolacce insulti e borbotti detti tra i denti.
Un giorno, dopo l’ennesima arrabbiatura si ritrovò a passeggiare solo con gli occhi bassi a terra, tirando calci a tutti i sassi, barattoli e ogni cosa che incontrava sul suo cammino.
Non si rese conto di essersi allontanato tanto da casa al punto di non sapere più dove si trovava e di come poter tornare indietro.
Si trovava in un bosco ricco di fiori bellissimi, di alberi verdi altissimi, che non gli permettevano di vedere l’orizzonte e di poter capire quale fosse la strada giusta.
Cominciò a preoccuparsi tanto che riprese con la sua serie di insulti e parolacce, quand’ecco che da dietro un pino saltò fuori un elfo!!
Un piccolo essere buffo vestito di verde che gli chiese cosa avesse.
Ovviamente Totino rispose male a quello che secondo lui era un nano demente vestito come un leghista a festa, a cui rivolse tutte le parolacce del mondo come rappresentante italiano del sud.
L’elfo gli ricordò la vicinanza con il Natale e che se mai avesse continuato a comportarsi così, probabilmente Babbo Natale gli avrebbe scaricato un badile di sterco addosso, oltre una mezza tonnellata di cenere & carbone.
Di tutta risposta Totino coniò l’insulto più oltraggioso, volgare e pesante che si fosse mai sentito, tant’è che anche l’elfo dovette mettersi le mani alle orecchie per non sentire quelle parole irripetibili.
Decise così di punire quel bimbo incorreggibile in maniera esemplare: puntò l'inbdice della sua mano sinistra verso Totino e facendolo ruotare, trasformò anche lui in un elfo!!
Gli disse infine: “Per tutti i Natale che verranno, mentre gli altri bimbi buoni aspetteranno i regali del Babbo Natale, tu dovrai faticare per averli! Sarai il suo aiutante!!
In un altro luogo dello stesso paese c’era una bimba mora dagli occhi decisamente furbi. La bimba si chiamava Alexandra ed era tanto graziosa quanto antipatica e dispettosa.
Pretendeva sempre di avere lei la ragione ed anche quando chiedeva un consiglio o un suggerimento alle sue amiche aveva già la risposta giusta: la sua!
Non c’era verso, chiedeva ma aveva già la soluzione, facendo indispettire tutti: la mamma, la sorella, le amichette. Era per questo motivo che le avevano affibbiato come soprannome “Testa a cugna” ossia il materiale più duro che il Signore si fosse mai sognato di creare.
Non c’era verso di discutere con lei, aveva sempre la ragione. Si poteva parlare per ore, ma lei era bravissima a girare la frittata per il suo verso, grande istigatrice e allora anche il suo amichetto più mansueto finiva per perdere la ragione e ritrovarsi ad urlare verso di lei pssando dalla ragione al torto.
Un giorno riuscì a fare arrabbiare tutti: la mamma, la sorella e le amiche, tant’è che in una discussione si ritrovò sola nel parco in cui stava giocando e cominciò a camminare e camminare per poter tornare a casa ma si accorse di aver sbagliato strada e di non sapere come riprendere quella giusta.
Si trovava in un bosco ricco di enoooorrrrrrmi alberi verdi, alti alti alti, che non gli permettevano di vedere l’orizzonte e di poter capire quale fosse la strada, quand’ecco che da dietro un pino saltò fuori un elfo che le chiese cosa avesse. La bimba rispose con il suo modo di fare tipicamente saccente: “Io, niente, stavo facendo una bellissima passeggiata”
Elfo: “Non sarà che ti sei persa perché per l’ennesima volta hai fatto arrabbiare le tua amiche che ti hanno lasciata sola??”
Bimba: “Io, no! Tu piuttosto piccolo che te ne vai tutto da solo vestito in maniera così ridicola, ma ti ha visto la tua mamma quando sei uscito di casa che sembri la versione di Peter Pan ristretto dopo un lavaggio dentro una lavatrice??”
A queste parole l’elfo capì che neanche per questa bimba c’erano tante speranze e così decise di punire anche come quel bimbo incorreggibile incontrato poco prima: puntò il suo indice verso Alexandra e facendolo ruotare, trasformò anche lei in un elfo!! Le disse: “Per tutti i Natale che verranno, mentre gli altri bimbi buoni aspetteranno i regali del Babbo Natale, tu dovrai faticare per averli! Sarai la sua aiutante!!
In una piccola casa infrattata nel mezzo dell’Italia viveva una giovane e alquanto sfigata famigliola che aveva avuto un bimbo tanto adorabile quanto vivace. Il bimbo si chiamava Ricardo Cruz, un biondo-rosso con due occhi azzurri come il cielo, bravissimo a giocare a pallone ed antimilanista. Era ancora molto piccolo, ma in compenso capiva già benissimo quello che poteva e quello che invece non si doveva fare, ciò che era lecito, da quello che non lo era affatto e se ne fregava altamente dei richiami dei suoi genitori facendoli letteralmente impazzire.
In pochi secondi in cui non lo si guardava si metteva subito in azione e ora tirava la tovaglia della tavola portandosi dietro tutto quello che c’era sopra, per poi arrampicarsi sulla seggiola della scrivania dello studio del papà dove distruggeva tutto quello che trovava: penne e pennarelli, fogli, documenti, oggetti, poi usciva in giardino ed iniziava a tirare giù tutti i panni puliti stesi ad asciugare da parte della mamma e a sghignazzare di gusto.
Quel giorno però, in giardino ebbe una sorpresa; da dietro l’albero di ulivo saltò fuori un elfo!
Il bimbo dapprima rimase sorpreso, poi lo prese come un nuovo gioco, lo afferrò per una caviglia e lo lanciò via, poi afferrò un paio di mutande del papà stese ad asciugare e con due mollette fece una specie di fionda e prese a mirarlo con ogni oggetto che raccoglieva da terra.
L’elfo capì anche in questo caso che non c’erano molte speranze di riportare il bimbo sulla retta via e così decise di punire anche lui come gli altri due: puntò il suo indice verso Ricardo e facendolo ruotare, trasformò anche lui in un elfo!!
Disse anche a lui:
“Per tutti i Natale che verranno, mentre gli altri bimbi buoni aspetteranno i regali del Babbo Natale, tu dovrai faticare per averli! Sarai il suo aiutante!!
Così fu in effetti! Tutti i giorni di Natale se vi capita di rimanere svegli, speranzosi di vedere e fare la conoscenza del noto Babbo Natale, potreste invece imbattervi su tre dispettosi ed antipatici elfi!
Non ci credete?? Ecco la prova video di chi ha avuto la sventura di incontrarli! Buona visione e…..
http://www.elfyourself.com/?id=1329075129
Buon Natale dalla
Superfly’s Family