mercoledì, ottobre 28, 2009

Run For Life


Diceva il buon Jim Morrison "Vivere senza tentare, significa rimanere con il dubbio che ce l'avresti fatta".

Domenica 25 così, dopo diverso tempo, sono tornato a disputare una maratona; la gara che prediligo.

Correre per 42 Km e 195 metri (che poi sono i 195 finali che ti fanno incazzare!).

Della corsa, la maratona costituisce la parte più nobile e sofferta. Per me rappresenta una filosofia di vita. Si lotta, si soffre, non ci si abbandona neanche di fronte alla più gravi delle crisi, ci si rialza perchè in mente abbiamo una cosa sola, tagliare il traguardo.

Per tutta la distanza il pensiero che ripeti a te stesso è: io non mollo, non mi arrendo ed organizzi le tue forze, le tue risorse, per arrivare fino alla fine.

Come la vita a volte ci taglia le gambe, ci toglie il respiro, ci butta giù senza preavviso, sta a te non mollare, non arrenderti mai.

Con la maratona non si possono far calcoli, capita a volte che organizzi e pianifichi tutti i tuoi allenamenti in maniersa spasmodica, come è avvenuto per me l'ultima volta e poi ti rendi conto che tutto dipende da come ti senti quel giorno lì. Il tuo stato può trasformare la gara in una sofferenza o in una vittoria personale.


In altre occasioni, invece, a volte il tempo personale, o la gara perfetta vengono quando meno te l'aspetti e allora ringrazi il cielo e chi sta lassù, che t'ha regalato la giornata perfetta. Non è facile, infatti, che si combinino clima, fisico e testa tutti nello stesso giorno.



Ciò non toglie che sempre di vittoria si parla, perchè l'obiettivo è comunque quello di tagliare il traguardo, anche perchè non credo sia nelle mie potenzialità scalzare dal podio un podista professionista tipo un Keniano.


Quello che fa di una maratona un evento unico è lo spirito di solidarietà, di socializzazione tra gli iscritti, tutti con un unico obiettivo, tagliare il traguardo. Mi è capitato di ricevere a volte un conforto da un perfetto sconosciuto in un momento di bisogno e altrettanto a me di darne quando vedevo chi era in difficoltà. E' quantomeno paradossale notare che ciò nella vita reale difficilmente avviene.

La gara di domenica, la maratona di Venezia, non è andata come pensavo. Ai primi Km mi sono accorto che il fisico non era al top. Processi non ne faccio, ma probabilmente la causa è stato un sovrallenamento. Eh si, ho esagerato e anziché arrivare fresco alla gara, ero già cotto, ma non mi abbatto, anzi.

Dopo aver camminato diversi Km mi son sentito prendere sotto il braccio. Era il mio compagno di corse, il mitico Ventidio, che mi sprona a riprendere a correre. Malgrado i crampi lo abbiamo fatto ed abbiamo tagliato insieme il traguardo. L'ho sofferta la gara, ma porterò con me sempre il ricordo dell'aiuto del buon guascone. Tra l'altro arrivati a Piazza San Marco mi tira un colpo di gomito e mi fà: "Girati e ammira, siamo venuti apposta per questo!"

E' difficile comprendere cosa spinge tante persone a riunirsi in una piazza a correre per tanti chilometri?




A sudare e soffrire assieme??




Be sapeste per me quanto è difficile capire cosa spinge una persona ad abrutirsi trascorrendo buona parte del tempo a sua disposizione su di una poltrona di casa, tanto da trasformarsi in un pezzo originale di arredamento moderno, con l'eterno telecomando in mano, le pantofole, la panza e la partita di calcio alla Tv.


Sono sempre stato un appassionato di sport. Ho esultato alla vittoria dell'atleta amato, ho sofferto con lui nel momento della sconfitta e l'ho sempre ammirato per la sua dedizione, il sacrificio, il lavoro che ne fanno quasi un eroe. Ciò non toglie che ho sempre preferito però stare al di là del televisore, a sudare anch'io, a sputare fatica in una disciplina sportiva, piuttosto che stare a commentare polemicamente spaparanzato sopra la poltrona di casa con in mano un pacco di patatine, l'addominale sfatto (leggi panza), il rutto libero e il commento brutale pronto sulla lingua. E' una figura che preferisco regalare ad altri.

Io preferisco essere al di là, a correre, smaniare, soffrire, perchè questo mi piace, perchè la vita è sofferenza e io non mollo mai!

Alla prossima gara.


Saluts
Superfly


martedì, ottobre 27, 2009

I consigli del Piccolo Buddha

27/10/2009.

Il Piccolo Buddha, osservando la luce filtrare dalla finestra della camera: "Guarda c'è il sole fuori, col triciclico e la macchinina, alzati!"

.......oooohmn.....

lunedì, ottobre 12, 2009

Le strane ed inconsuete abitudini dei grandi



Salve gente, è il piccolo di casa ad intrattenervi. Voglio ragguardarvi su una recente abitudine che ho da poco consciuta degli adulti.


Strano mondo quello dei grandi. Ogni volta mi stupisco ad apprendere certe cose che mi fanno quantomeno dubitare sulla loro effettiva capacità educativa.


Vabbé non sto a sottolineare a quanto avviene a livello nazionale, dove uno dei principali esponenti politici si fa chiamare Papi come io chiamo il mio, ma usa metodi di intrattenimento ben diversi verso chi potrebbe benissimo essere la figlia o la nipotina....e poi magari dopo mi parla del "modello della famiglia italiana", ma va và!



Oggi piuttosto mi voglio soffermare su questa strana patologia dell'età adulta: Lo sciopping del mobile fai un pò te all'IKEA.


Non vorrei essre eccessivamente polemico, ma come si fà?? Gli adulti per fare la spesa, ti pigliano, ti infilano su un carrello della spesa, freddo gelido anche contro la tua volontà, ti obbligano a sfilare ore e ore e ore per scomparti colorati e quando finalmente sfiori il reparto giocattoli ti sgridano "perchè non è possibile che ogni volta che ci si passa davanti pretendi il regalo!"



Ah no?? E mica sono io che volevo venire qua dentro, sei te che mi ci hai portato. Poi aggiungono con la solita morale: "non si possono spendere tutti questi soldi per i giochi"



Ah si eh?? E manco comperare mobili di minchia che non sei in grado di montare, che poi carichi facendoti venire un'ernia su una macchina che a stento riesce a contenere tutti i pezzi e che una volta che hai scaricato ti rendi conto che non entrerà mai, per le dimensioni che ha, nella stanza come avevi preventivato.


e ancora "te lo devi meritare!" E certo! Perchè seguirli in un centro commerciale iper-affollato per comperare un mobile bell' e fatto che però te lo vendono tutto smontato ad uno (leggi: il papone), che non ci capisce una cippa nel montarlo, non ti fa meritare nulla, nevvero??


Qui cari lettori, ci troviamo di fronte ad un preoccupante fenomeno di massa. Una mania che sta prendendo piede in maniera preoccupante!! Sarà mica un morbo che si contrae in età adulta e che ti fa diventare un minchione dall'ossessione del fai da te??



Ormai il fenomeno "compra il mobile all'Ikea e motalo a cazzo da Te" trova sempre maggiori consensi !!! Sembra la trama di un B-Movie Horror: "IKEA-MORB (La trasformazione del ragioniere in pessimo architetto!).



Lancio un appello! E' rivolto a Te giovane Infante, se una domenica pomeriggio ti accorgi chei tuoi vecchi si stanno organizzando per andare presso un centro commerciale con sotto il braccio uno strano catalogo con foto di camere, mobili di cartone e una miriade di troiate di natura varia ed inutile, per il tuo bene, inizia subito col lamentarti! Eviterai così di ritrovarti infilato dentro la macchina destinazione centro Ikea più vicino e all'arrivo magari abbandonato in uno spazio dai confini delimitati ed invalicabili, custodito da ufficiali delle SS mascherati da gentili e giovani pulzelle chiamato: KINDERGARDEN YA!



Il tuo letto comincia ad andarti stretto??

Vedi che ci sguazzi male??


Benissimo, la notte lamentati e fatti portare nel lettone mega di mamma&papà (poi magari piglia a calcineldidietro il papone che vedrai abbandonerà la postaazione per il divano letto pur di dormire). Eviterai così un giorno di trovarti a passeggiare insieme ad una moltitudine di persone dall'aria invasata, armati di matita e metro, in un mega magazzino tra scomparti pieni di mobili, sedie, per noiosissime ed interminabili ore, dove i tuoi genitori, anche se postino o ragioniere di professione, quel giorno come per magia si trasformeranno nel più evoluto ingegnere della storia!!!


Hasta Siempre

El Piccolo Buddha


giovedì, ottobre 01, 2009

Zaré


Avevo più o meno 35 anni la prima volta che entrai in una squadra sportiva. Prima di allora ero stato sempre un "autodidatta sportivo" se così si può dire.

Selettivo nelle compagnie e refrattario ai rapporti sociali di "palestra", amavo allenarmi da solo (e già mi sopporto a malapena, figuriamoci verso estranei). Correvo da solo a perdifiato sul lungomare della mia città, a volte sul bagnasciuga, altre per strada e, al termine mi "spaccavo" sulla panca in legno degli addominali nella pinetina a ridosso del lungomare.

Ancora oggi potete trovarmi lì ma qualcosa è cambiato rispetto ad un tempo, per la precisione da quando sono entrato nella Polisportiva Porto 85.

Ho conosciuto un gruppo di persone fantastiche che si riunivano oltre che per la passione per la corsa anche per stare in compagnia. Si organizzano trasferte per maratone con la finalità di divertirsi e passare assieme delle splendide giornate. In altre occasioni si organizzano cene "bucoliche" occasione per divertirsi e ridere assieme.

L'aspetto della competizione è l'ultimo elemento nella scala di valori della società. Ho amato ed amo la squadra per questo aspetto, ma ancor più per le persone che la caratterizzano.

Ho rivisto qualche mio principio, soprattutto quello che spesso correre ed allenarsi con una buona compagnia è molto più gradevole che farlo da solo e soprattutto ho conosciuto delle splendide persone, gioviali, simpatiche, aperte, sempre disponibili, che mi hanno "guidato" e lanciato nella mia prima maratona.

Anche se buttarsi giù dal letto per l'appuntamento della domenica mattina rappresenta per me una vera e propria violenza, il pensiero di incontrare Mauro, Gino, il Capo, Caffa, Flo e soprattutto Zaré sempre sorridente e cordiale, mi rende felice.

Nei ricordi più piacevoli legati alla corsa, è sempre presente la figura di Nazzareno e lo sarà sempre, anche se da ieri non è più insieme a noi.

Hai lasciato un vuoto enorme, perchè eri davvero speciale. Disponibile, cordiale, amichevole, una persona unica da cui trarre esempio. Mi spiace tanto non sentire più la tua voce e vedere il tuo sorriso, ma rimarrai sempre nei miei ricordi preferiti.

Ciao
Toto