lunedì, maggio 07, 2012

Una cartolina è una cartolina e non si trasformerà mai in una e-card


Io nell'era  sociol-tecno-chic-multimediale ci sguazzo male. Il bar, la fermata dell'autobus, il pub son luoghi dove mi piace socializzare. Di leggere un libro su di un dispositivo automatico, non ci penso proprio. Io del libro devo sentirne il profumo, respirare la polvere che per anni ha accumulato nell'attesa che qualche curioso passando di là lo tirasse giù dalla libreria dove era abbandonato. Amo collezionare vecchie cartoline con messaggi di affetto, amore, passione o promesse, perché penso, "bon, magari ciò che si pensava ai tempi non è andato a buon fine, ma chi l'ha scritta ci credeva in quel pensiero e così lo ha immortalato". 
Le cartoline, con i loro francobolli, il timbro postale e la strada che hanno dovuto coprire per raggiungere la destinazione.
Amo utilizzarle come segnalibro di ciò che sto leggendo, così ogni tanto un occhio ce lo butto e ne leggo il contenuto, tanto per non dimenticarmi.
Se proprio di creatività devo parlare, io preferisco quella del protagonista del video qui sotto, in culo alla tecnologia e scusate la volgarità con cui probabilmente ho rovinato questo splendido corto.

Buona visione.


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