lunedì, novembre 19, 2007

Decalogo per il "Perfetto Colloquio di lavoro”



Guida Rapida per Giovani impavidi che si affacciano al mondo del lavoro!


Ho sempre sognato di buttare qualche riga sulle mie esperienze in colloqui di lavoro molte delle quali concluse in maniera talmente grottesca, da essere annoverate in un decalogo su “tutto quello che non dovete fare in un colloquio!”

Occorre fare una premessa, che ha la sua importanza sul tema in oggetto: La mia famiglia si è sempre distinta per le peculiarità del proprio carattere; mio padre è sempre stato per indole una persona molto apprensiva e così anche mio nonno, il mio bisnonno, il tris e via dicendo. Di conseguenza anch’io non avevo grandi chance: da un ceppo fortemente legato e orgoglioso delle proprie tradizioni familiari, anch’io caratterialmente non potevo che essere il classico soggetto ansioso di livello patologico.

Questa benedetta ansia da stress me la portavo addosso peggio della rogna, come fosse un compagno di viaggio in quell’ardua via che si chiama vita! Questo aspetto mi aveva visto protagonista di una serie di vicende a volte esilaranti, altre disastrose e in alcuni casi, vere e proprie catastrofi accidentali.

La maggior parte di queste vicende avevano caratterizzato principalmente la mia “gloriosa” attività universitaria, ma un considerevole numero di eventi di fantozziana fattura si erano prodotti durante i vari colloqui di lavoro che avevo sostenuto.

Se tra ignari lettori ci sia qualcuno che è apprensivo tanto quanto me, saprà benissimo di cosa parlo. Ancor di più se studente universitario o laureato.
Quanti di voi hanno avuto un miglior voto ad un esame dove si son buttati senza saper & aspettarsi nulla rispetto invece a quell’esame più importante, preparato con ossessione, curando minuziosamente la preparazione, dedicando notti insonni e rinunciando ad uscite con donne meravigliose (???) e sbornie con amici ?? (sto esagerando un pochino).
Bene, nove volte su dieci è proprio su questi ultimi esami che di fronte al prof, improvvisamente si presenta il classico black out del cervello! Niente, qualcuno nel sonno deve avervi premuto il tasto reset ficcato da qualche parte sulla testa, e quell’argomento che sapete di aver ripetuto mille volte ora addirittura ridendo o simulando in un momento di ilarità la voce di Costanzo Panzone Show, è scomparsa, non c’è più, non vi ricordate un’ H!

“Ma come?? Pecchè?? Ma comecazz è?? Eppure è una domanda facilissima, ieri la ripetevo ridendo, machecazzèè?? Odddiomiooo! RicordatiricordatiRicordati!”

Impossibile. Il processo di ansia è in corso, non ricorderai, fino a quando la voce del Prof benedice quel momento drammatico: “Io fossi in lei tornerei alla prossima sessione, piuttosto che andare avanti in questa lunga agonia!”

Maledetta ansia!

Ma quali sono i sintomi per riconoscere l’ansia, lo stress e poterlo combattere??

Durante il mio lungo periodo di studi universitari, ho assistito a fenomeni improvvisi di esplosione emozionale da parte di amici che un attimo prima ridevano e sghignazzavano in completa euforia e all’improvviso richiamo ad alta voce del loro nome da parte della commissione d’esame di qualche materia, sprofondare in uno stato irreversibile di rincoglionimento!

Senza considerare tutti gli effetti connessi: attacchi improvvisi di diarrea, sudorazione improvvisa e abbondante con tanto di puzzo connesso, manine viscido – untuose, corpicino umido e appiccicaticcio simile a quello di alici in salamoia.

Ad ogni esame come ad ogni colloquio, ecco arrivare i primi sintomi:
Senti freddo, le mani si ghiacciano come se fossi al Polo Nord, mentre in realtà ti trovi al centro Italia in piena estate.
Poi ecco il sudore scendere dalla fronte, te lo asciughi con la manina che inizia a tremare, ma cazzarola sei freddo anche sulla fronte, realizzi che stai sudando freddo. Apri la bocca ed hai un filo di voce, manco ti fossi sparato un pacchetto di Malboro Studenti nel quarto d’ora d’attesa!
E improvvisamente avverti la solita sensazione… è come se una pianta tropicale ti stia crescendo dentro l’intestino e via via cresce rapidamente fino ad invadere il tuo inerte corpicino, con la stessa rapidità delle piante del giardino preistorico di Jurassic Park.
Ad ogni domanda che si scappella… ZAF la pianta cresce!


Come ovviare a questo problema??
Semplice, non si può! Se siete delle persone emotive, c’è poco da fare, resterete così tutta la vita.

Calma, tranquillizzatevi e sforzatevi sempre di ricordare che nella vita a tutto c’è rimedio tranne che…


La società odierna ci ha insegnato tante cose inutili e tante brutture, ma tra queste c’è una grande verità: Si può arrivare in alto ed ottenere credito e successo anche senza saper una emerita fava! Basta saper fingere!!

Esatto questa è la soluzione che vi propongo oggi, FINGETE! Perché lo fanno tutti! Viviamo nell’era della finzione, dell’apparenza, delle banalità & futilità, quindi spogliatevi di quelle reticenze moralistiche catto-democristiane e gettatevi anche voi nel mondo della finzione!

Consigli sull’aspetto personale per il colloquio di lavoro:

1) Alzatevi di buon ora e con largo anticipo rispetto all’appuntamento per il colloquio. Anticiperete così facendo l’aurea negativa della sfiga fantozziana e tutti gli eventi paradossali ed accidentali che possano farvi fare ritardo. Il solo pensiero del colloquio vi ha già prodotto un’ansia tale per cui vi si è bloccata la bocca dell’intestino. Pensare al cibo genera sensazioni di rigetto; sforzatevi di mangiare e cacciatevi a forza in bocca almeno un cornetto (di quelli plastici preconfezionati, intinti di colla simil marmellata), vi darà forza al momento opportuno, tanto per non svenire davanti al Vs interlocutore, al momento di stringergli la mano.


2) Vestitevi in maniera decente:
a. gli ometti in giacca e cravatta. E’ superfluo dirvi di evitare colori sgargianti, come completi color verde pisello o cravatte fluorescenti o con rappresentazione di pupazzi??

b. Le donzelle hanno una maggiore libertà nella scelta. La gonna (lunga) viene recepita come sinonimo di disponibilità, condiscendenza, predisposizione al sacrificio; insomma schiavismo riconosciuto e ben accetto. In genere si ha paura che sia poi la classica donna che alla prima occasione si fa ingravidare! (da qui 1.000 domande rivolte su la concezione della donna nella famiglia oggi…) La scelta dei pantaloni viene valutata come caratteristica forte e dominante della donna manager e come tale dedita al lavoro 365 giorni l’anno x 24 ore al giorno, quindi ben accetta. Anche in questo caso evitate colori troppo sgargianti. Ah, dimenticavo, molte donzelle a tal riguardo preferiscono la mini gonna e/o una camicetta sbottonata su un ampio davanzale, come sinonimo e garanzia di successo del colloquio. E’ vero, spesso va a buon fine, ma si rischia di finire con una certa probabilità a rivestire il ruolo della segretaria sempre disponibile e con scarse possibilità di carriera.


3) La presentazione: Se l’ansia è dura a morire, portatevi un sacchetto e respirateci dentro! L’importante è che quando entrate in azienda per il colloquio siate perfetti!
Che dirvi?? In casi drastici fumatevi prima un cannone se vi tranquillizza, ma poi vi portereste dietro una scia che è dura far passare per un nuovo dopobarba di tendenza!
Esercitatevi dinanzi ad uno specchio per il sorriso ad effetto! Non deve essere una smorfia da attacco acuto di appendicite! Siete brillanti, liberi & belli, niente e nessuno può scalfire quell’aria scanzonata di enfant prodige dal vostro volto, neanche la sconfitta in casa della vostra squadra del cuore contro la Juve al 90’ della sera prima!
La stretta di mano: interpretata come simbolo della personalità del potenziale neo assunto, (in realtà gran cazzata). Né troppo forte, ne da “mi scusi ma sto per morire da un momento all’altro e non riesco a stringere alcunché”. Non prolungata all’infinito del tipo: “si, sono omossessuale e pur di avere questo posto di lavoro non vorrei lasciarla più e anzi coglierei l’occasione al volo per portarla nel mio letto”. La scelta giusta è sempre la via di mezzo: energica e concentrata (potete contare mentalmente tre, quattro secondi).

Suggerimenti per il comportamento ideale ad un colloquio di lavoro, ossia tutto quello che in realtà non si deve dire mai:

1) Una prima importante osservazione. Al colloquio, 8 volte su 10, vi vengono rivolti quesiti idioti, non tradite con l’espressione del viso: “ma che cazz de domanda fa sto ‘mbecille??” anzi, abituatevi da subito, dinanzi ad uno specchio a fingere, simulare espressioni completamente sconnesse dal livello o senso della domanda.
Esempio:
a) “Vedo dal suo Curricula che lei è donna. Ha intenzione di fare figli e metter su famiglia nei prossimi 50 anni??

b) “A giudicare dalle sue precedenti esperienze lavorative come cameriere, commesso, bagnino, si direbbe che le possegga doti di serietà, concretezza ed impegno. Ma non pensa che le sue limitate esperienze professionali tradiscano una scarsa abilità nel saper motivare gli altri e di sdrammatizzare i problemi? Legherà poi con i suoi colleghi e i suoi superiori??

Ecco, in casi come questi non fatevi trovare a bocca aperta con un’aria interrogativa a metà strada tra il “ma dove cazzo vuole andare a parare questo?? E il “avrà battuto la testa da piccolo su qualche spigolo di casa o è diventato scemo a forza di star quì dentro??”

I quesiti che vi vengono rivolti in realtà son frutto spesso di testi arcinoti e desueti nel campo della formazione professionale e della comunicazione. Una pappardella de fregnacce e luoghi comuni a cui dovete rispondere con estrema “paraculagine”. Fingete, barate, truccate ed abituatevi nel farlo! Il mondo del lavoro è terribilmente complicato e competitivo, ci sarà sempre qualcuno disposto a sparar cazzate al posto vostro che vale la metà di voi, per cui “sparate cazzate”!

Quindi, alla risposta a) vi consiglio spassionatamente di rispondere: “Assolutamente no, aborro la vita di coppia ed il ruolo della casalinga! Lungi da me!! Giammai!! “
Mentre alla domanda b)
“Assolutamente no, ho diretto corsi di training autogeni e di meditazione Zen per imprenditori e dirigenti di impresa nella mia città!”

La redazione del Curriculum Vitae:
Questo è un altro capitolo su cui ci sarebbe tanto da scrivere, ma rischio di dilungarmi troppo. Riporto solo tre suggerimenti utili. La tecnica da adottare è quella che caratterizza l’intero colloquio: sparar cazzate, non troppo enfatizzate, rimanete sul campo di ciò che sia umanamente credibile (evitare di scrivere di aver fatto parte del gruppo di astronauti della NASA o di essere uno scienziato).

Primo consiglio: Ogni esperienza professionale che avete svolto, può essere interessante se messa nella luce giusta. Esempio: Se vi hanno assunta a tempo determinato per sostituire l’impiegata incinta, impiegandovi solo a far fotocopie e a rispondere al telefono, verrà tradotta come “addetta alla gestione contabile”, oppure come “responsabile area vendite”.

Secondo consiglio: Non barate sul livello di conoscenza della lingua inglese! A meno che l’azienda non sia abbastanza sfigata è probabile che al colloquio sia presente il responsabile area vendite con l’estero per tenere con voi una conversazione in lingua. A quel punto rischiate che l’autocontrollo che ha tenuto a bada fino a quel momento l’ansia se ne vada a puttane e la conversazione si risolva in un “The cat is on the table, but where is the milk??”

Terzo consiglio: L’addetto al personale che dirigerà la conversazione si farà un’idea della vostra personalità dall’allegazione di interessi personali. Torno a ripetere: non esagerate con l’allegazione di fregnacce, rischiate che chi legge vi voglia mettere alla prova, per cui se scrivete di essere un esperto “Free Klimbing” poi in caso di assunzione spiegatelo voi alla vs compagna perché state andando a comperare tutta l’attrezzatura e state facendo un corso rapido sull’arrampicata, perché il Vostro dirigente d’azienda è anche lui un appassionato di alpinismo.
Saluts & in bocc at the wolf
Superfly

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Una volta ad un colloquio la domanda finale è stata: "e se lei non fosse preso?"

Risposta: "la vostra azienda perderebbe una grande occasione :zzz:"

Mi hanno preso :D

Gira

Unknown ha detto...

Giraaaaa,

grande!

Ad un colloquio ricordo di aver scritto sul C.V. - "Buona conoscenza della lingua inglese, parlata e scritta".

L'interlocutore mi fà: Bene lei possiede una delle caratteristiche che ricerchiamo, ora scenderà il notro responsabile area vendite con l'estero per una breve conversazione in lingua"

peppepepèèè...il mio inglese: What time is it?? It's bo, un quartarell all 4!

Ho cominciato a sudar freddo...botta di culo non c'era! In compenso non mi hanno preso lo stesso! :okkei!!

Saluts Giraaaa

Ciaooo Giraaa