martedì, agosto 01, 2017

La maratona più lunga

Ciao Vé,

si lo so c'ho messo un pò a farmi sentire, a mettere da parte orgoglio e quant'altro e a riavvicinarmi a te, perché come tutte le cose belle, più le tieni in caldo, più quando ci arrivi ti gusti il momento piacevole.

Ti ricordi quando da piccoli ci scambiavano per gemelli? L'asilo fatto assieme dalle suore dove se non finivi di mangiare, ti mettevano in punizione e non ti facevano giocare fuori con gli altri, obbligandoti a guardarli dall'enorme finestrone che dava sul cortile. Maledette naziste. Maledetto panino con la frittata che mamma puntualmente mi metteva nel cestino, facendomi cascare tutte le volte nel tranello. 
Ci ho messo un pò prima di capire che dovevo liberarmene prima di entrare. Tu invece, coi tuoi grandi occhi verdi, allontanavi con una manina il piatto davanti a te, le guardavi con quello sguardo ipnotico, riuscendo ad addolcirle e puntualmente mi salutavi, mentre ti portavano per mano in cucina a mangiare il loro di pasto, quello buono a base di pollo e quant'altro...

Ogni passo lo abbiamo fatto assieme, inseparabili. Crescevamo e ti dovevo accompagnare per allontanare "ragazzacci male-intenzionati" e così abbiamo condiviso amici, risate, sofferenze, studi e tutto quello che ancora non ricordo. 
La testolina di famiglia. Piccola ma gagliarda, forte, intelligentissima. 

Poi tu hai fatto delle tue scelte che per gelosia e altro non ho condiviso. Le nostre strade si sono divise e ci siamo sentiti sempre meno. 
Sono assalito da sensi di colpa, di non esserti stato troppo vicino, di non averti protetto come i nostri "vecchi" avrebbero voluto. Non so se la cosa era possibile, mi conosci, sai che il non essere riuscito neanche a farlo mi fa stare male.

Ora rimangono strozzate in gola tutte le parole che non ti ho detto e le porterò dietro con me, come un bagaglio fatto di pietre che renderà il resto della mia "corsa" ancora più duro. 

Il fatto che ancora una volta il destino ha voluto portarti lontano da me, come prima con i nostri genitori, non toglie il fatto che ti sono stato vicino e spero che le ultime parole che ti ho sussurrato alle tue belle piccole orecchie, ti siano giunte. 
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Te ne sei andata con il tuo stile, prima sorprendendoci tutti e poi dolcemente in punta di piedi, in poco tempo, senza recar troppo disturbo, raggiungendo il tuo ultimo intento, quello di farci riavvicinare tutti.
Si lo so, non ce la facevo proprio a star zitto, dovevo scrivere per forza. Lo sai, mi conosci. So che la cosa ti fa incazzare da morire, sei fatta così e mi piace davvero tanto.


Ora ti vedo di fianco a Peppe, in fondo eri la sua preferita, non poteva che essere così. Vedo mamma sorridere ed ora abbiamo una bella squadra di angeli protettori di tutto rispetto in quel Paradiso.

Ciao Vé, ti voglio un mondo di bene.




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