domenica, luglio 28, 2013

Un'idea che mi frullava per la testa


Sottotitolo: "Ai ev' a drim"

La corsa, un momento fondamentale talvolta, per rimanere soli con se stessi, riflettere sui propri problemi, favorire quel processo di apertura mentale, dare delle valide risposte, ripartendo alla grande.

Chi corre non si da mai per vinto, ma riesce a trovare in ogni singola giornata, un motivo, una piccola sfida da combattere e vincere.

Ultimamente avevo un'idea che mi frullava per la testa; quella di partire da casa, il mio attuale "rifugio personale" fino a raggiungere correndo quello della mia infanzia, ovvero casa di mio padre a Grottammare, ma non scendendo subito per la costa, bensì seguendo tragitti collinari. 


E' stato così che alla fine mi sono deciso. Contrario ad appiattire la passione che ho per la corsa, limitandomi a percorrere ogni singola giornata gli stessi itinerari, ho deciso di realizzare questa idea. 


Per l'occasione ho scelto la giornata più calda dell'anno, se non la più calda di sempre dalle nostre parti, però sono partito presto, approfittando della leggera brezza mattutina. I percorsi coperti da piante e da alberi, mi hanno aiutato a sopportare l'arrivo del caldo. Pazzo? Incosciente? Esaltato? Potrei facilmente rispondere che il tratto reso buio dalla vegetazione del Bosco Merli ed il fresco regalatomi durante il mio impegno è stato unico, per non parlare della distesa di girasoli che mi ha  accolto al suo ingresso. 

Mi pare scontato menzionare l'emozione quando, malgrado fossi madido di sudore e stanco, la vista dall'alto del mio mare e della costa che avrei raggiunto mi ha riempito il cuore di emozione e mi ha caricato per l'ultima fatica prima di giungere all'obiettivo finale. 
Io preferisco godermi il sole così e non passivo come una larva a sudare sotto un ombrellone. 

La parte più complessa è stata quella finale, quando la strada, oramai in discesa, si è scoperta completamente al sole fino all'arrivo. Sono arrivato sfinito, anche per la mancanza di fontane d'acqua nel tragitto finale, ma soddisfatto. 

Al termine ne ho approfittato per un tuffo al mare, per rigenerarmi un pò ed avevo davanti ancora tutta la giornata da consumare.

Saluts
Superfly

martedì, giugno 11, 2013

Road to Happiness


Una frase di una nota marca di capi di abbigliamento sportivo, recitava qualche anno fa un mantra del genere: "Go Big or Go Home". Breve, coinciso, suggestivo quanto basta per chi cerca la spinta per uscire di casa e iniziare a fare qualsiasi tipo di attività sportiva per sentirsi vivo e mettersi in forma. 

Io e la mia Lazy Girl lo stiamo facendo, scrollandoci dalle spalle un periodo duro, loschi personaggi, e riprendendoci la nostra onesta & modesta vita. 
La corsa è come la vita. Si affrontano momenti di difficoltà, crisi ed attimi in cui credi che l'unica cosa da fare sia abbandonare. E' a quel punto che realizzi su chi puoi veramente contare. L'aiuto può arrivare dalla persona che non ti aspettavi, mentre da altre puoi raccogliere pessime delusioni che ti segneranno profondamente. Benedico tutti i momenti di crisi che ti permettono di comprendere chi è buona cosa avere attorno e chi invece è meglio liberarsi per sempre. Nel frattempo, mi rialzo dopo l'ultima crisi e ricomincio a correre, con rinnovata e insperata forza.

Considerato che non posso vivere senza una degna colonna sonora "giro" la mia attuale Running Compilation. E' un prezioso regalo, mi raccomando, fatene buon uso! (il passo spedito è assicurato).

1) Jimmy Eat World-coffee & cigarettes

2) Black Pistol Fire - Cold Sun

3) Gary Clark Jr - Don't Owe You A Thang

4) Yeah Yeah Yeahs - Mosquito

5) Uncle Acid & the Deadbeats - Evil Love

6) Bloc Party - v.a.l.i.s.

7) Fitz & The Tantrums - The Walker

8) Bastille - Pompeii

9) Turbo Fruits - Ain't the Only One Havin' Fun

10) Tom Morello - Black Spartacus Heart Attack Machine

...e occhio a non volare.


















Saluts
Superfly

giovedì, maggio 09, 2013

Amo fatto er botto


Sottotitolo: "Guida su come non gestire (mai) una squadra di calcio".
Ho un'esperienza consolidata in giochi manageriali sul calcio e, soprattutto anni di sofferenza come tifoso interista, da poter essere considerato un vero e proprio esperto in materia. Oggi mi sento di poter finalmente affermare che...il Presidente Pellegrini (il cui nome poteva simboleggiare gestioni caratterizzate da alti e bassi) in fondo non era poi tanto male. Aveva meno soldi, poche persone competenti attorno, ma di errori, in rapporto a  investimenti effettuati, non ne ha commessi così tanti come l'attuale "Dente Giallo". Caro Stramaccioni, parlo a te con la franchezza di un tifoso spassionato ed un amico fraterno, per aver accettato con avventatezza e spregiudicatezza un ruolo che odorava ad un miglio di distanza, come una carogna morta da più di un secolo. Ho avuto il sentore da subito che la nomina di un giovane allenatore della squadra primavera, con accento spudoratamente "romà", seppur bravo, promosso in prima squadra, rappresentava non una intuizione del Presidente, come voleva far credere ai media e all'ambiente, ma un progetto di "snellimento" economico (leggi pochi debiti), che ha di fatto impoverito tecnicamente la squadra, affinché potesse essere ceduta con maggiore facilità.

Si lo so, er Presidente t'ha difeso e continua a farlo, "Stamaccioni è bravo de quà, nun se pò toccà, nun me lo menzionà, resta là, ecc.." ma lo sai Stramacciò, quanti allenatori cacciati c'ha ancora in busta paga er Presidente?? Sai quanto sto scherzetto ha gravato sui bilanci, oltre alle altre minchiate fatte??

Te, caro mio costi poco, e a mettercene un altro, non ce lo freghi più. Fossi in te per il prossimo anno mi guarderei bene attorno. Certo, non hai tanti rimproveri da farti. Hai chiesto dei giocatori che non ti sono stati dati. L'unica volta che in dirigenza ti sono stati a sentire, sono arrivate due mega pippe come Kuzmanovic e Schelotto il rissotto. Poi abbiamo capito perché. Il primo era in odor di scadenza di contratto ed è un parma-cotto, l'altro serviva per sbolognarsi dall'ambiente nerazzurro l'ennesimo ragazzetto rissoso (Livaja) che si sente già un campione e riesce a far botte pure con le mosche che gli ronzano attorno, quindi meglio farlo maturare altrove.

Fatto sta che quest'anno siamo stati costretti ad iniziare prima il campionato per partecipare  all'Europa League, con una rosa ridotta all'osso per poter ridurre i costi di gestione. Questo fattore  ha portato al logoramento dei giocatori più anziani e pian piano anche degli altri, che non hanno avuto modo di rifiatare. E allora, arrivo al dunque; sono qua i tuoi errori...dov'è l'inserimento ponderato e strategico dei giovani in prima squadra, che TU hai allenato?

Naaa, non ti giocare l'inserimento delle ultime giornate dettate da pura necessità dei tre ragazzetti scesi in campo. I giovani entrati si sono dimostrati pronti (vedi Benassi; Garritano e Pasa) e allora girano le balle Stramacciò, perché da te ci si aspettava vederli prima, ovvero dopo la sosta natalizia.
Per la cronaca: Duncan sta facendo stravedere al Livorno e Samuele Longo a far panca in Spagna all'Espaniol (punta centrale che c'avrebbe fatto comodisssimo al posto del cadavere Rocchi).

E' lì che hai fallito ed è lì che i tifosi nerazzurri si sono disinnamorati di te e del presunto progetto di ringiovamento della squadra, è lì che anche il vecchio leone (Oh Capitano, mio capitano) ha perso la pazienza e dopo il suo brutto infortunio non parla più con lo stesso entusiasmo di te come all'inizio.

Emblematici sono stati gli scontri con la Roma, verso un allenatore che professa il tuo stesso tipo di calcio. Attacco-spettacolo-schemi, ovvero Zeman. Ecco, malgrado al "vecio" le cose non siano andate brillantemente e la Roma in questo campionato si sia caratterizzata da andamenti altalenanti, ha avuto, comunque, il merito di lanciare diversi giovani che domani rappresenteranno l'ossatura della squadra.
Squadra che corre e fa bel gioco, quando gli va, e soprattutto, negli scontri diretti con noi, Stramacciò, c'ha fatto un culo storico e forse lì, con un briciolo di modestia si poteva trarre lo spunto per migliorare...

Ps- Sei bravo nella costruzione degli schemi d'attacco che dimostri di far osservare ai tuoi giocatori in allenamento, ma la stessa cura non la noto quando subiamo l'azione. Non vedo preparazione da parte dei centrocampisti di contenimento e dei difensori che puntualmente vengono infilati con estrema semplicità dagli avversari. C'era un allenatore che frequentava gli stessi ambienti qualche anno fa che affermava che una squadra vincente si costruisce dalla difesa ed infatti organizzava minuziosamente l'organizzazione difensiva. Quell'allenatore ha vinto il triplete. Vatte a rivedè due cassette Stramacciò.

Saluts
Superfly

lunedì, aprile 22, 2013

Non c'è peggior sordo di chi non vuol ascoltare

Ricordo con un briciolo di nostalgia le massime del mio dentista della mia infanzia. Parlando della popolazione locale (ndr. verso l'interno...) la definiva "come la mortadella" in quanto "metà asino e metà maiale". Quando pronunciava la parola maiale, spalancava letteralmente la bocca per dare maggior enfasi al significato delle sue parole.
Ai tempi gradivo soltanto il fatto che ero consapevole non si rivolgesse a me o alla mia famiglia, che non mancava di lodare, in quanto, riteneva, avessimo un certo spessore ed una discreta educazione. Più di una volta, in sala di attesa l'avevo sentito sbraitare contro famiglie che gli avevano portato bambini dopo la consueta merenda pomeridiana a base di zabaione. Io tremavo letteralmente, nell'attesa del mio turno e pensavo di veder uscire il bimbo su di una lettiga ridotto a brandelli di carne.
In realtà, oltre alla buona abitudine di lavarmi i denti, non ho mai avuto la passione per i dolci e questo fattore mi ha salvato dalle grinfie del mio Herr Doctor.
Pensando a quella affermazione oggi, conoscendo meglio la popolazione delle mie parti, che altro non è che una fotografia nel piccolo di quello che è la popolazione italiana nelle sue abitudini e nelle sue convinzioni calcistico-social-politiche, non posso che dargli ragione e apprezzarla di più.
Herr Doctor, sarò probabilmente l'unico di quei bimbi che pur tremando sul lettino con la bocca spalancata, la ricorda con un pò di nostalgia.
Comunque sia dalle mie parti (la "coda" della Regione Marche) si vive bene, il clima è mite e qualcuno ha ancora il coraggio di affermare che la qualità della vita sia da considerare "alta", si forse per un anziano con la garanzia della percezione di una buona pensione. In realtà  il lavoro si fatica a trovarlo, anzi proprio non c'è e ci si ingegna veramente ad inventarsi qualcosa. e anche coloro che, per buona dose di fortuna e di competenze, per tempo, è riuscito a trovare un lavoro "stabile" oggi trema. Ha paura perché i consumi si riducono drasticamente e così anche il fatturato della propria azienda, ma di certo non cala l'ammontare dei costi con i quali giornalmente bisogna fare i conti.
E allora quelle considerazioni che hanno caratterizzato gli ultimi anni della nostra storia, dove per le nostre imprese la politica più giusta era quella di abbattere l'ammontare dei costi, delocalizzare la produzione in quei Paesi stranieri dove le condizioni (e il relativo regolamento normativo sul diritto del lavoro) sono più favorevoli, ha portato ad un rapido impoverimento della base, portando il ceto medio della nostra società a braccetto con quello povero.
Ora coloro che hanno un contratto a tempo indeterminato, che nel nostro Paese sta facendo la fine del Tirannosauro, ovvero incontro ad una prossima estinzione, ha paura che in questa politica del risparmio praticato dalle aziende ci si finisca prima o poi dentro come un grosso buco nero in grande espansione.
La trappola è quella di dedicare disponibilità temporale e fisica ai propri superiori nel tentativo di ritardare il più possibile tale conseguenza, senza comprendere che tale scelta porta lentamente ad una forma di schiavismo, senza neanche rendercene conto (e la cosa non esclude affatto un potenziale futuro taglio a favore di nuovo personale più malleabile, fresco di competenze e con addosso un contratto finalmente più "flessibile").
E a me la cosa fa incazzare profondamente. Sono anni che "recito" nei corsi di formazione professionale dell'importanza delle risorse umane. Il profitto è coinvolto in primis dall'influenza del personale, messo nelle condizioni di poter lavorare adeguatamente e stimolato dai propri dirigenti come parte integrante del successo aziendale, vero Marchionne?
Quale potrebbe essere il personaggio da paragonare al Marchionne di oggi, per dare un senso a questa discussione? Bé io cito sempre Henry Ford, considerato uno dei maggiori economisti mai esistiti, nonché fondatore dell'omonima casa automobilistica la cui massima ancora oggi attualissima riportava più o meno così:
"I miei operai? Devono essere quelli pagati di più degli altri. Perché? Semplice, devono essere in grado di acquistare le mie autovetture". 

Certo è che fino a quando in questo Paese avremo rappresentanti politici così distanti dalla realtà economica e sociale e anche così poco preparati, le cui uniche iniziative sono state quelle di tirare ancor di più la corda ad una cittadinanza sul ciglio della povertà, senza alcuna iniziativa a favore dell'impresa e fino a quando avremo dirigenti alla Marchionne le cui lodi sono da attribuire al denomeno della delocalizzazione (ah proposito, complimenti per l'andamento delle vendite della cinquecento in USA), ci sarà poco da sperare.

In tal caso rimangono poche alternative. Le uniche sono quelle di scendere in piazza come fecero i nostri genitori per riprenderci questo Paese e ripartire come il dopo guerra con tanta buona volontà e rappresentanti politici competenti con un forte senso di appartenenza allo Stato.

Hasta Siempre
El Sup.

martedì, aprile 16, 2013

Martin non correrà più con suo padre...


E' tutto il giorno che rifletto, guardando le atroci immagini e le notizie sul web relative all'attentato di Boston; cosa avrei provato se fossi stato lì? Che senso di colpa avrei provato nel vedere coinvolti i miei familiari nell'attesa del mio festoso arrivo al traguardo di una delle gare podistiche più importanti? 
Non c'è aggettivo per poter descrivere chi si è reso protagonista di un simile vigliacco e barbaro gesto. Le uniche cose che mi vengono in mente sono solo maledizioni relative alle più atroci conseguenze che questa vita può rendervi, così come voi le avete regalate a gente completamente innocente ed indifesa; motivo in più per sentirvi "esseri umani" della peggiore specie.
Per chi non conosce tale specialità e non comprende cosa ci sia di attraente sul percorrere tanta strada soffrendo tanto, io inizio il discorso sempre alla stessa maniera: la maratona è una filosofia di vita. Dietro quei 42 km c'è tutto quello che una persona incontra nella sua esistenza: felicità, momenti di sofferenza, crisi, conoscenza di persone nuove pronte a tendere una mano, una parola di conforto, un aiuto, proprio come la vita. La maratona è la più spontanea manifestazione di solidarietà verso la copertura di quegli innumerevoli chilometri. La maratona è una gestione delle proprie risorse, perché in fondo l'obiettivo è arrivare a tagliare il traguardo. I "velocipedi" i kenioti, gli atleti, caratterizzano la gara per chi sta fermo a guardare una manifestazione sportiva alla tv, ammirando la falcata, la loro progressione verso il successo ma i veri vincitori sono tutta quella folla che si mette in gioco,che contraddistingue i numeri di una competizione e, soprattutto, che decide di sfidare se stesso. La maratona è una competizione dove l'avversario sei tu, l'importante è farcela, il podio sarà per la prox volta. ;-) Quando poi all'arrivo, sfiniti dall'impegno, hai la fortuna di trovare gli occhi felici di un amore e/o di un figlio, senti il cuore aprirsi ed improvvisamente trovare energie che non pensavi di possedere. L'abbraccio all'arrivo è un'emozione fortissima ed è quella che è stata sottratta, trasformata in incubo ad un partecipante, che non rivedrà più suo figlio di 8 anni e per cosa? Per lotte di potere o per ragioni religiose? Auguro una vita di atroci sofferenze per
ogni giorno della loro vita ai responsabili di questo vile, bastardo e vigliacco gesto.

Sup.