Alla ricerca di Svetlana


"Ho sempre amato correre, è qualcosa che puoi fare da solo, unicamente grazie alla tua volontà. Puoi andare in qualsiasi direzione, correre lento o veloce, o contro vento se ne hai voglia, scoprire nuovi luoghi usando solo la forza dei tuoi piedi ed il coraggio dei tuoi polmoni" - (Jesse Owens)

Una cosa alla fine l'ho capita a forza di correre in continuazione fino ad arrivare all'estremo delle energie; non lo faccio solo per un evidente bisogno fisico, non corro unicamente per soddisfare quel bisogno (asociale) di stare perso per i cazzi miei, immerso nei pensieri (correre con un buon compagno podista equivale davvero a trovare un tesoro; provate a correre voi con un pseudo "filosofo di vita" che vi catechizza per almeno 10 km di strada corsi assieme). Dopo svariati anni finalmente avevo preso la saggia decisione di fanculizzare il modo schematico di pensare alla corsa: mi ero cancellato dalla squadra podistica dove ero stato assiduamente presente sia da presunto atleta, partecipando alle stesse gare di ogni santo anno, ma soprattutto come "presunto collaboratore volontario" sin dalle prime luci dell'alba alla realizzazione di manifestazioni podistiche corse da altri atleti.
Ora ci rifletto e penso: "Cazzo Toto ma quanto tempo e quanti chilometri ti ci son voluti per capirlo? Eh si che non sei sta benedetta scheggia di velocità". 

Volendo fare un'analogia calcistica che a me piace tanto, ritengo di essere più un gregario, il jolly della panchina, il mediano, l'omino che non molla mai, quello che si aggrappa ai pantaloncini del fuoriclasse e non gli permette di calciare, perché in mente ho soltanto una cosa chiara: la fatica non mi spaventa, soprattutto quando è evidente l'obiettivo che voglio conseguire.

Si ma qual è sto cacchio di obiettivo di voler correre a tutti i costi durante la settimana? E per veder cosa? Vedere...ecco la verità. Sono convinto su di un aspetto della vita. Una cosa non puoi dire che non ti piace finché non l'hai assaggiata; un posto non puoi dire di odiarlo, fino a quando non sarai stato in grado di conoscerlo in ogni suo angolo, vicolo o scorcio.

Così un giorno, all'ennesima gara su di un'anonima e decadente area industriale in via di regressione economica, avevo avuto la nausea per la corsa e il bisogno di abbinare ad essa la scoperta di nuovi territori, paesaggi o scorci di panorama. Da quel giorno avevo preso l'abitudine di percorrere strade non battute, cosa che suggerisco ai miei amici podisti soprattutto in occasione della preparazione a determinate gare, vi aiuterà a combattere la fatica e riporterà entusiasmo di averci abbinato la scoperta di un luogo o di uno scenario estremamente affascinante.

Correre solo non mi spaventa affatto, anzi, non vivo l'ansia di ritardare la corsa di un compagno più veloce o peggio il rischio di perdermi un amico in difficoltà. 

Tra le varie invettive mandatemi da qualche simpatico corridore c'è quella del: "ehi ma non hai paura di incontrare qualche malintenzionato?" e aspetterebbe me? O peggio: "Un giorno verrai sbranato da qualche animale selvaggio!"

Ecco, talvolta scegliendo percorsi che si diramano nel verde della campagna, che si allontana dalla costa del mio paese, incontri con cani ce ne sono stati ma ammetto di essere stato sempre abbastanza fortunato. Si lo so, dopo questa probabilmente mi tirerò dietro una di quelle sfighe mostruose, però devo dire che probabilmente ai cani piaccio parecchio in quanto in quegli incontri non ho avuto mai grandi difficoltà. Ricordo il balzo verso le fratte con l'incontro-scontro con il pastore abruzzese del Cavalier Pallotta, più buono del mondo che ancora si chiede perché mai avessi deciso di balzare l'aiuola. o l'attraversamento del gregge di pecore con tanto di cani al seguito su invito del pastore, in quanto unica via di ritorno verso casa; insomma mi era andata sempre bene ed a cani risulto piacere abbastanza, almeno fino ad ora.

Tutto questo per preannunciare quello che è capitato qualche settimana fa, ossia l'incontro con Svetlana. 

Apro parentesi - "Chi è Svetlana": Se non praticate l'arte della corsa, se più semplicemente l'idea di mettervi un paio di logore e puzzolenti scarpe da running per correre più di 5 km vi sembra una condanna a morte, non potete avere lo stesso concetto del tempo rispetto ad un podista, come pure per un inguaribile ciclista. Il tempo della giornata e di conseguenza dell'intera settimana da parte di un runner viene calcolato sulla base che la priorità ce l'ha l'ora concessa alla corsa, tutto il resto ruota attorno ad essa. Sembra brutale o voler sminuire cose più importanti nella vita, come figli, consorte, parenti & affini, ecc... Invece no, essendo vittima di questo perverso meccanismo anch'io, posso assicurarvi che funziona, in quanto una volta scelta la posizione dedicata alla corsa, che sia la mattina alle prime luci dell'alba, buttandosi letteralmente giù dal letto, all'ora di pranzo con la fame o la sera prima di cena, riesce a darci le giuste priorità a chi nella nostra vita ha diritto di precedenza: consorte & figli per l'appunto...i parenti machizzfvzvzvz@x!! 

E allora Svetlana chi è? Se mai un giorno voleste aggregarvi ad un gruppo di podisti che incrociate per strada mentre state correndo, alla ricerca di compagnia per sopportare la fatica, è utile capire se quelle persone fanno al caso vostro. 

Primo suggerimento: Dovete osservare come corrono. Se corrono a testa bassa senza concedere tempo a battute scherzose, ad un occhio al paesaggio, ad un saluto amichevole verso altre persone che nutrono la stessa passione, bé quelli sono ciuchi da corsa, buoni per la gara e forse per la riproduzione di ottimi esemplari equidi ma non come valida compagnia. 

Secondo suggerimento: Ho notato che sono numerose le persone che abbinano alla corsa un momento gioviale e caratterizza l'intera sgambata con la voglia di scherzare, il buon umore e condividere quella passione in maniera completamente allegra, creando un'atmosfera piacevole e gioiosa. Questo è il gruppo che suggerisco se cercate compagnia.

In una di queste peregrinazioni, nel gruppo di amici podisti di cui faccio parte, uscì fuori la battuta sulla presunta presenza di Svetlana, ossia talvolta alla moglie di ciascuno di noi risulta più facile credere che siamo in compagnia di qualche stupenda bellezza dell'est, piuttosto che stare a sputar sangue e sudore su di un percorso in salita di una ventina di chilometri.

La famigerata Svetlana quindi è spesso protagonista dei racconti post gara alle nostre consorti, ma non avrei mai immaginato che il giorno in cui decisi di avventurarmi su di un percorso sconosciuto, avrei potuto incontrarla.

"Correre è lo spazio aperto dove vanno a giocare i pensieri" - (Mark Rowlands)

Quel giorno non sarei dovuto uscire. Incombeva uno dei fatidici pseudo-impegni familiari a cui un marito non può sottrarsi [leggi: comunioni/cresime/battesimi/Giubileo/Annus Domini/Etcetera-Etcetera]. Tanto fu che la moglie decise di lanciare il suo infallibile personale anatema: "Che ti possa cagare sotto mentre corri e tutto quel che ne conviene affinché sia una corsa degna di essere ricordata"

Inizio la mia corsa e...noto subito lo stato del manto stradale. Cominciavo a pensare che la maledizione era giunta a destinazione. Gli effetti erano già ben visibili [Foto n. 1].

Nonostante ciò, pieno di entusiasmo verso quella nuova strada che mentre percorrevo, risultava essere estremamente suggestiva ed affascinante per gli scorci che offriva. Stavo correndo di fianco al letto del fiume Tesino; mi stavo immergendo sempre di più nella vegetazione delle campagne marchigiane. 

La fatica cominciava a farsi sentire, soprattutto quando la strada iniziò a farsi in salita. Raggiunto il punto più alto del tragitto, decisi che era ora di tornare indietro e fu proprio in quel momento che mi imbattei con lei: Svetlana era davanti a me! Dietro, di fianco e nel cielo non c'era presenza di alcun essere umano. Solo io, lei e la strada per tornare indietro. Due occhi che guardano due occhi e aspettano una reazione. 

A quel punto pensai: la maledizione di mia moglie, eccola!! Forse era meglio non metterla alla prova. Oramai ogni pensiero su come sarebbe potuta andare se avessi preso una decisione diversa era inutile. Dovevo affrontare Svetlana che aspettava un mio gesto. 

Protesi le labbra verso l'esterno e schioccai il classico rumoroso bacio, sollevai leggermente il braccio destro e percossi dolcemente più volte in maniera giocosa ed amichevole la mia coscia destra. 

Svetlana, piegò leggermente il capo da un lato, prese a scondinzolare e mi corse incontro. Tirai un sospiro di sollievo e pensai al pericolo scampato. Fu così che feci la conoscenza di una splendida lupacchiotta femmina, anima sola come me in quell'angolo di verde campagnolo.

"Io sento la terra ed il vento e gli alberi. Io sento il loro spirito. Io sento il ritmo della corsa. E’ come musica" - (Gabriel Harmony Jennings)

Probabilmente mossa a compassione, decise di tenermi compagnia per tutti i restanti dieci chilometri del ritorno, ora gettandosi nel letto del fiume, ora saltandomi addosso e rendendomi più lercio di quanto già non lo fossi, ora raccogliendo rami da terra e infilandomeli tra le gambe, tentando più volte di mandarmi gambe all'aria.

Giuro che non ho avvertito assolutamente alcun segno di stanchezza, troppo preso dal fascino e dalla spettacolare compagnia di Svetlana, anche perché una volta raggiunta la strada ero troppo preso dal giustificare le azioni del cane, verso passanti, genitori di bimbi terrorizzati ed altri podisti pur non essendone il proprietario. Per carità, Svet' si avvicinava sempre col suo consueto modo  cacionaresco - giocoso.

L'arrivo verso la mia autovettura aveva fatto scattare una molla dentro la testa di Svetlana. Aperto il portabagagli aveva deciso di seguirmi fino a casa, infilandosi dentro e di conseguenza rendendo la già precaria pulizia dell'auto della consorte, un elemento assolutamente irrealizzabile.

Ricordo ancora adesso gli occhi supplichevoli della splendida e simpatica Svetlana. Mi è pesato enormemente farla scendere. Un collare però mi suggeriva che da qualche altra parte qualcuno potesse essere in pensiero per la prolungata assenza di quella cagnotta estremamente esuberante ed estroversa.

Non riesco a comprendere quale forza negativa riesca a spingere persone proprietarie di un animale domestico a sottrarsi da loro, abbandonandole sul ciglio di strade per sempre.

Io voglio credere che Svet' in realtà sia ritornata dai suoi proprietari, 
E' passato quasi un mese da allora ma sono già tornato sul medesimo tragitto, in compagnia del buon Pier, amico di tante sgroppate assieme, con l'intento sia di fargli conoscere un percorso meraviglioso ma anche con l'idea di tornare ad imbattersi nella splendida Svetlana. Il primo tentativo è stato infruttuoso ma confido nella buona sorte per le prossime uscite.


"Corro perché se non lo facessi sarei pigro e triste e spenderei il mio tempo sul divano. Corro per respirare l’aria fresca. Corro per esplorare. Corro per sfuggire l’ordinario. Corro… per assaporare il viaggio lungo la strada. La vita diventa un po’ più vivace, un po’ più intensa. A me questo piace" - (Dean Karnazes)








Nel frattempo, l'anatema della consorte continuava a produrre i suoi effetti, facendomi trovare nel tragitto verso casa, il gregge di pecore più numerose, lente e terribilmente socievoli esistenti sulla faccia della terra. 






Saluts

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